Crisi Juve, confronto tra Motta e la dirigenza il giorno dopo il crollo di Firenze. La società bianconera pone l’allenatore sotto tutela

All’indomani della sconfitta con la Fiorentina (3-0) la Juventus – priva dei convocati per le nazionali – si è ritrovata subito in campo per tornare al lavoro. Seduta di recupero in palestra per chi ha giocato al Franchi, sessione tecnica e atletica per il resto del gruppo. Alla Continassa inoltre, secondo quanto si apprende, è andato in scena un confronto tra la dirigenza bianconera e Thiago Motta, al quale è stata ribadita la fiducia già espressa ieri nel post partita davanti ai microfoni da parte di Cristiano Giuntoli. Un momento all’insegna del dialogo in cui l’allenatore bianconero si è assunto le proprie responsabilità, consapevole di dover cambiare passo da qui alle prossime nove partite per raggiungere l’obiettivo Champions, considerato una priorità per il club.
È una fiducia a tempo, non indeterminato e neppure incrollabile. Motta per ora resta alla Juve, ma deve svoltare subito e ripartire, serve un segnale dal campo, come ha spiegato Giuntoli ai bianconeri entrando nello spogliatoio del Franchi. Nessuno si aspettava un altro crollo dopo il poker incassato domenica scorsa allo Stadium con l’Atalanta, neppure Elkann e la proprietà che si era spesa attraverso l’ad Scanavino per proteggere il tecnico italio-brasiliano. Non è tradizione e costume della Juve esonerare. La sosta di campionato si trasformerà in una possibilità per analizzare la crisi e provare a superarla. Thiago è stato confermato ieri sera da Giuntoli e gli verrà concessa una prova d’appello, ma dovrà vincere alla ripresa (Juve-Genoa sabato 29 marzo) e riprendere a macinare risultati all’inizio di aprile senza ulteriori crolli. La società bianconera non si può permettere di bucare l’obiettivo Champions e c’è un Mondiale per Club a cui partecipare a giugno, gettando un ponte verso il futuro. Per questo motivo non vanno trascurati i contatti già avviati con Roberto Mancini, ex ct dell’Italia, l’unica scelta possibile ora per non parlare di un traghettatore.